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Archive for the ‘tacchino’ Category

Cronaca di un Thanksgiving canadese.
Molte parole su tre giorni, ma non avevo molto da fare.

Questa volta volevo provare qualcosa di diverso per raggiungere London, non piu’ il classico autobus ma una rideshare, un passaggio in macchina con illustri sconosciuti, in fondo sono solo 200 km.
Ormai mi sono affezionato a Craigslist e rispondo ad un paio di annunci che offrono passaggi.

Inizialmente pensavo di partire venerdi’ pomeriggio per tornare lunedi’, rimanere quindi per tutto il long weekend, poi mi son chiesto chi me lo faceva fare, inoltre si preannunciava una cena allargata per la sera’.

Uno dei due annunci a cui rispondo si rivela vero, lei si chiama Jennifer ed ha altri tre posti in auto, rimaniamo per sabato mattina.

Cena.
Alla cena avrebbe dovuto partecipare Victor, il batterista di Alanis Morissette che abbiamo incontrato mercoledi’, purtroppo da forfait, ma non e’ grave, siamo in tanti e da mezzo globo, quattro italiani dal sud al nord, un italo/canadese, una torontese, un tedesco e una ragazza del Quebec, un’allegra compagnia.
E’ venerdi’ sera e fa strano vedersi a mezzanotte gia’ sulla via del ritorno ma tant’e’.

Arriva la sveglia del sabato mattina, l’appuntamento e’ alle 11am nella zona del villaggio gay di Toronto. Conoscendo i locali cerco di arrivare per tempo, anzi prima, e’ lei invece che ritarda.
Nell’attesa incontro Christine (sono circondato da persone che si chiamano Christine o Chrisina) e Cindy o qualcosa del genere, la prima di Montreal trasferita a Toronto e tornata qualche volta nella citta’ natale, francese del sud la seconda. Scambiamo due chiacchere in attesa del nostro passaggio.
Verso le 11.10am arriva Jennifer, classica voce squillante nord americana, insegnante di francese ad una delle due scuole in lingua francofona a Toronto; insieme a lei arriva anche Justin, che dovrebbe essere il fratello di Chrisine.
Come preannunciato dal post su craigslist la macchina e’ molto grande, una Lincoln stile limo con un portabagagli adatto al mestiere cazzuto del film Léon di Luc Besson. La proprietaria dell’auto, ereditata dal padre, in quanto unica parente a non avere un mezzo proprio, fa anche una battuta del tipo “ma avete bagagli troppo piccoli!”

Alle 11.16am partiamo, arriveremo intorno alle 1.30pm.
Durante in viaggio iniziamo a parlare, Justin, che non si togliera’ mai il berretto indossato al contrario, e’ un musicista che suona qua e la’, Christine non ho capito, Jennifer insegna e Cindy lavora in un’industria farmaceutica. Quando dico dove mi guadango la pagnotta Christine quasi fa un salto, pare che negli ultimi due anni sia circonda da persone in qualche modo legate ai miei datori di lavoro.

Vista la quantita’ di francofoni iniziano a parlare della comunita’ francese in Canada che, a quanto pare, non e’ molto diversa da quella italiana. Magra consolazione.

Arriviamo a London dopo un piacevole viaggio.
Fortuna ha voluto che il nostro punto di arrivo fosse sulla strada che avrei dovuto raggiungere (la stessa strada passa anche da Toronto, pensate un po’ alle distanze..), ho lasciato tutti i numeri di telefono a Toronto. Dopo 15-20 minuti di cammino arrivo al negozio di mio zio che, il tempo di finire con un cliente, ripara al disastro che avevo fatto ai miei capelli qualche settimana fa.

Siamo sotto elezioni, giornali, strade, cartelli, volantini, pubblicita’ televisive sono piene di commentatori e propaganda sui 3-4 candidati. Ho imparato che le persone difficilmente parlano di alcuni argomenti, questo come sa bene chi mi conosce, e’ uno di quelli che mi interessa particolarmente e su cui vorrei capire cosa ne pensa la gente. Toronto e’ una metropoli, mentalita’ piuttoso aperta, villaggio gay e pride piu’ grande del Nord America, persone da tutto il mondo, culture diverse, attivismo politico (mi sto informando tranquilli!) ho capito che l’attuale primo ministro Harper, conservatore e amico di Bush, non e’ ben visto e in molti lo vorrebbero cacciare (come quei due tizi che alle 3pm attacchinavano un pannello con volantini che raffiguravano la faccia del Premier colorata con la bandiera USA e sotto la scritta “Vota  Partito Comunista“, alle 4.30pm rimanevano solo delle vaghe tracce, i comunisti in Canada..).
London e’ si una grande citta’ ma e’ diversa, piu’ periferica, per pensionati oserei dire, gli abitanti del centro dimorano principalmente nella sede dell’Esercito della Salvezza, per questo sono molto curioso.
Dicevo, qui non si sbottonano e le domande vanno fatte in maniera diversa, cosi’ anche con mio zio, non “Chi voti?”, troppo esplicito, ma “A tuo parere chi vince?”, la risposta da una parte non mi ha stupito dall’altra mi ha un po’ intristito, “Harper speriamo”.
Potevo aspettarmi altro?

Sabato pomeriggio sono venuti a vedere la casa dove mi trovo adesso degli amici di mio zio in cerca di una nuova dimora. E’ stato quasi esilarante.
Coppia sui 60-70 arrivati con una BMW decappottabile prontamente coperta con il lenzuolo, lui a capo di un’industria produttrice di camici e materiale per ospedali, entrambi ben piazzati.
Dal loro ingresso alle 6.30pm all’uscita avvenuta alle 10pm lei non ha smesso di dire tre parole beautiful, gorgeous e awesome in ogni frase e in quest’ordine di quantita’, mentre lui un paio di volte “questa e’ la casa che cerchiamo“, dalla struttura della casa (che onestamente e’ bella), all’arredamento al cibo.
Ovviamente non potevano essere immuni da critiche, poverini questi mangiacake (trad. italese: canadesi), piuttosto che arredare casa con cose inutili pensano a farsi viaggi in giro per il mondo.
Parte del mio parentado e’ coinvolto nelle costruzioni di case, con tutta questa scena da telefim della signora in giallo spero almeno che l’abbiano venduta.

Domenica mattina ho trovato il tacchino a scongelare.

Pranzo dai consuoceri. Ho avuto la conferma che non cercavo, o meglio, che non mi interessava. L’argomento di discussione, l’unica cosa di cui sanno parlare, sono gli altri, il gossip, parlarne male o qualche volta bene, sono in grado di trovare rari altri argomenti, tra “italiani”. L’altro tema ricorrente e’ come cucinare o trovare del cibo che i locali qui non conoscono (dal formaggio al salame alle galline commestibili), la cosa triste e’ che hanno creato un micromondo “italiano” da cui non si schiodano, il mischiarsi coi locali, il mangiare in maniera differente (non parlo di McDonald’s) fa un sacco di punti col segno meno.

Pasta, formaggio, salami vari, tutto italiano, neanche il tempo di accendere la TV che mi sento alle spalle “a quest’ora c’e’ il programma italiano x” (dove x sta per Maria de Filippi, programmi e film vecchi di mesi quando va bene, piu’ spesso ventenni, o qualche trasmissione realizzata sul posto da tre emittenti, Chin Radio/TV, TLN ed OminiTV, in quest’ordine, in una lingua spesso incomprensibile ai piu’, viene chiamato Italese).

Un micromondo venuto male. Curiosita’ zero.
Talvolta provano ad offrirmi cibo per cui non vado matto ma che ritengono delizie, provo a dire che non mi interessa, tra due mesi sono in Italia, non perdono mai occasione di farmi notare che le loro delizie sono del sud e nella mia citta’ e’ impossibile trovarle; ci ho fatto il callo, non mi interessa, ma questa e’ la vita che ho provato (riuscendoci) ad evitare in una citta’ come Toronto piena di connazionali, una vita a cui preferieri il suicidio.
Come sapete sono una persona piuttosto tranquilla e per arrabbiami qualche volta ce ne vuole, qui ho smesso di farlo, non ne vale la pena da una parte, non verrebbe capito dall’altra (sono visto come l’italiano con la mentalita’ arretrata del paese natio, quando non si rendono conto che.. vabe’); una cosa pero’ me la sento, non mi era ancora capitato di disprezzare le persone, e’ una brutta sensazione.

Lunedi’, giorno del ringraziamento, Thanksgiving.
Piu’ o meno stessi commensali ma differente location, protagonista ma non troppo il famigerato tacchino ripieno, ebbene si, esiste!


Foto di rito, cibo a volonta’, preghiera con ringraziamenti a boss di Ratzinger, prima generazione con schifezze nel piatto, nativi dello stivale con delizie, questa gliela concedo.
Due giorni in cui ho mangiato piu’ cibo di quanto non abbia ingerito da quando sono a Toronto.

Purtroppo il mio passaggio tornava in citta’ troppo presto, ho dovuto prendere l’autobus, il collo e’ ancora tutto intero, speriamo di non aver preso neanche la tubercolosi.

Arrivo a Toronto, nel covo in cui vivo non c’e’ connessione neanche nella stanza comune, vado a letto, pubblichero’ questo post domani da lavoro.

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