Feeds:
Articoli
Commenti

Archive for the ‘moving’ Category

Ieri il signor Peter mi ha avvisato che oggi il loro meeting sarebbe iniziato prima.
Uscito da lavoro dovevo fare qualche commissione, ma a casa entro le 6, altrimenti non ci sarei potuto rientrare prima delle 9-10pm.

Entrando in metro, incontro uno dei confratelli, Isaac, 21enne studente di scienze politiche internazionali, facciamo due chiacchere, lo vedo molto timido quando non e’ con i suoi fellows, mi chiede opinioni sulla casa, cerco di restare sul vago, almeno per questa settimana.
Just in case” mi chiede il numero di telefono ed io prendo il suo, mi faranno gli scherzi cretini?

Arrivato a casa svuoto la borsa delle cose inutili e ci metto i miei due libri di Naomi Klein, Shock Doctrine (Inglese) e Shock Economy (Italiano).

Ho fissato con Theresa alle 6pm davanti al cinema, e’ acora presto e mi avvio con calma, in fondo e’ a 10-15 minuti a piedi da casa. Senza fretta mi faccio un giro anche in libreria, non sapendo che il mio essere in anticipo cronico mi salvera’ di li’ a poco. Trovo infatti la mia amica davanti allingresso, alla sua destra una lunga fila di persone in coda per l’acquisto, i piu’ fortunati, del biglietto all’ultima ora, a sinistra un’altra coda altrettanto lunga (che raddoppiera’) per i ticket holders chi, come me, si era munito di biglietto in anticipo. Ci accodiamo e stiamo fermi sul posto piu’ di un’ora, con vari personaggi, alcuni dei quali ritroveremo sul palco, pronti a fornirci di tutti i volantini che (non) desideriamo, siamo sotto elezioni e quando spiego che, sfiga, non posso aiutarli a cacciare il conservatore Harper, divento meno interessante.

Le file sono davvero piene di gente e siamo curiosi di conoscere il numero sui biglietti degli altri, alle nostre vicine, che stanno mangiando il Sushi in scatola, cadono i biglietti, numero 432, io ho il 92-93, direi che sono stato uno dei primi a prenderli quasi un mese fa. Da questo punto di vista, al contrario di altri italiani che ho conosciuto qua, non mi sta venendo troppo difficile abituarmi ai loro ritmi ed alla loro puntualita’.

Dopo un’ora entriamo, ci sono altri tizi che conosciamo ma non ci vedono, siamo fortunati (ah, la puntualita’ cronica!) e cerchiamo dei posti nelle prime file, in quarta ci sediamo.
Di li’ a poco la sala si riempira’.

L’ambiente e’ strano per un cinema vero, almeno per quello che ho visto finora, ma siamo in The Annex.
L’atmosfera, le pareti, i banchini, odorano di CPA di Viale Giannotti, piu’ serio e piu’ pulito, l’odore di attivismo politico non si nasconde e non si fa attendere.

Naomi e’ ai piedi del palco, le due ragazze che hanno organizzato la serata (che iniziera’ alle 7.20 anziche’ alle 6.30pm) cominciano a parlare, sono attiviste di due organizzazioni diverse, ringraziano tutti per esser venuti ed avvertono che entro le 9pm, causa small budget, tutti fuori, cosa che ovviamente si rivelera’ impossibile, e non laciate niente nel cinema (qui solitamente lasciano pacchi di pop corn e lattine a gogo’).
La seconda ragazza e’ attivista per gli Indiani d’America che stanno pian piano scomparendo tra riserve e arresti vari, e’ visibilmente provata, piange, quasi.

Finalmente e’ il turno della Klein, un’oretta di monologo interrotta dagli applausi e da sue battute sarcastiche (che di rado comprendo), sa parlare, sa muoversi, in piedi dietro al parlatoio. Non molto da dire in realta’.

La stessa Klein passa poi la parola ad un amico attivista locale, ne seguiranno altri 5-6, da loro molto spazio, una mezzora tutta, da una parte ho apprezzato cio’ che ha fatto, dando voce all’attivismo reale e locale, a quello che anche nei suoi libri apprezza e promuove, si e’ rivelata una bella persona, per quel poco che ho potuto capire. Ai due lati del cinema c’erano un banchetto con i suoi libri (Toronto Women’s Bookstore, dove ho preso i biglietti) e uno per il popolo Palestinese, all’ingresso del cinema invece materiale informativo sulle elezioni delle prossime settimane.
Dicevo, ho apprezzato questo suo comportamento da una parte, dall’altra alcune delle persone che parlavano non avevano idea del significato del termine “amplificazione” da quanto urlavano al microfono e dal tempo che sono state a parlare, vi ricorda nessuno? :)
Qui i biglietti costavano 8$ a NYC 48$, magari due situazioni diverse, la’ probabilmente gli attivisti saranno supporter di Obama che la stessa Klein critica pesantemente (Scuola di Chicago)

Finita la serata ha iniziato a firmare i libri, una massa di gente ma non troppa, io fra questi con le mie due edizioni.
Per fortuna hanno passato dei post-it, che se dovevo fare lo spelling del mio nome in quella calca ero ancora li’.

For [mio nome],
Be Brave!

Quando vede le due edizioni del libro mi chiede di dove sono, glielo dico e fa una battuta del tipo “Che titolo stupido hanno scelto per l’edizione italiana” (Shock Economy anziche’ quello originale Shock Doctrine), ed in effetti ha ragione.

Esco e vado a recuperare il metropass di ottobre, lo pago 9$ meno grazie ad alcuni sgami di una tipa di CouchSurfing.
La stessa tipa, Gail, il pomeriggio mi aveva detto di aver visto, tempo fa, il marito di Naomi, Avi Lewis, uscire da una lavanderia della zona.
Anvedi che c’ho la Klein come vicina di casa!

Torno a casa, nella stanza comune gli agenti segreti in giacca e cravatta stanno ancora parlando, studiano  un nuovo tipo di birra che ti fa sbronzare in mezzo bicchiere? Segreto industriale.
Scusate.

Peter deve aver percepito che ce lo odio, se non fosse cosi’ dovrebbe mettersi un paio di buoni occhiali.

Anche oggi ho scritto questo post in piedi, dove ho trovato connessione.
Ieri, che poi la connessione e’ sparita. Merda.

A volte posso dare l’impressione (ok, e’ vero, non e’ solo un’impressione!) di scrivere molto, troppo, quello che faccio pero’ non e’ solo scrivere per voi che mi leggete ma anche per me stesso, per i tempi bui di dicembre…

nota: Parlando del piu’ e del meno Theresa mi ha chiesto se penso di trasferirmi qui. Ho risposto di si.

Read Full Post »